Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, nel 2020 il "male di vivere" potrebbe rappresentare la seconda causa di morte tra gli anziani dopo le malattiecardiovascolari...
La depressione è in forte espansione tra le persone anziane. L'allarme lanciato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) fotografa una situazione a rischio: nel 2020, secondo le stime fatte dagli esperti, la depressione potrebbe rappresentare la seconda causa di morte tra gli anziani, subito dopo le malattie cardiovascolari. Uno scenario confermato dai dati contenuti nel Rapporto dell'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA). «Gli ultimi studi – si legge nella relazione – evidenziano come il “male di vivere” sia maggiormente diffuso tra gli over 75 rispetto al resto della popolazione». Si parla di una differenza del 15 per cento, «ma il valore è probabilmente sottostimato perché spesso in età avanzata la depressione non è diagnosticata». E a questa riflessione va aggiunto un altro dato: «Negli ultimi anni – spiega ancora il l'Aifa – l'uso dei farmaci antidepressivi è in costante aumento (in Italia +5,4 per cento tra il 2002 e il 2011, ndr)».
Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, nel 2020 il "male di vivere" potrebbe rappresentare la seconda causa di morte tra gli anziani dopo le malattiecardiovascolari...
La depressione è in forte espansione tra le persone anziane. L'allarme lanciato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) fotografa una situazione a rischio: nel 2020, secondo le stime fatte dagli esperti, la depressione potrebbe rappresentare la seconda causa di morte tra gli anziani, subito dopo le malattie cardiovascolari. Uno scenario confermato dai dati contenuti nel Rapporto dell'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA). «Gli ultimi studi – si legge nella relazione – evidenziano come il “male di vivere” sia maggiormente diffuso tra gli over 75 rispetto al resto della popolazione». Si parla di una differenza del 15 per cento, «ma il valore è probabilmente sottostimato perché spesso in età avanzata la depressione non è diagnosticata». E a questa riflessione va aggiunto un altro dato: «Negli ultimi anni – spiega ancora il l'Aifa – l'uso dei farmaci antidepressivi è in costante aumento (in Italia +5,4 per cento tra il 2002 e il 2011, ndr)».
All'interno del Rapporto intitolato “L'uso dei farmaci in Italia”, l'Aifa ha analizzato anche l'incremento generale nel consumo dei medicinali. «L’aumento dell’aspettativa di vita ha effetti importanti sull'utilizzo dei farmaci – ha sottolineato il presidente dell'Agenzia Sergio Pecorelli – Il dato è chiaro: il 64 per cento dei medicinali è utilizzato dagli anziani. E su questo bisogna riflettere, tenendo oltretutto presente che appena il 35 per cento dei pazienti over 65 è incluso negli studi clinici». Non bastasse questo, c'è un altro dato da non sottovalutare: l'aderenza alle terapie prescritte dai dottori è inferiore al 50 per cento, un problema che riguarda soprattutto i medicinali per le sindromi ostruttive delle vie respiratorie, i farmaci per l'ipercolesterolemia, l'osteoporosi e appunto la depressione. Un allarme da tenere in forte considerazione, come ricordato anche dall'Organizzazione Mondiale della Sanità.
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