Avere un “buon orecchio” non basta per ascoltare un discorso: anche il cervello svolge la sua parte. L'attivazione delle onde cerebrali “alfa” influenza, infatti, la comprensione delle parole in presenza di rumori di fondo. Ad affermarlo, in uno studio pubblicato su The Journal of Neuroscience, sono i ricercatori del Max Planck Institute for Cognitive and Brain Sciences di Leipzig (Germania), guidati da Malte Wöstmann, secondo cui adattare gliapparecchi acustici all'attività cerebrale del paziente potrebbe aiutarlo a comprendere meglio i discorsi, anche in presenza di condizioni acustiche alterate. | |
Avere un “buon orecchio” non basta per ascoltare un discorso: anche il cervello svolge la sua parte. L'attivazione delle onde cerebrali “alfa” influenza, infatti, la comprensione delle parole in presenza di rumori di fondo. Ad affermarlo, in uno studio pubblicato su The Journal of Neuroscience, sono i ricercatori del Max Planck Institute for Cognitive and Brain Sciences di Leipzig (Germania), guidati da Malte Wöstmann, secondo cui adattare gli apparecchi acustici all'attività cerebrale del paziente potrebbe aiutarlo a comprendere meglio i discorsi, anche in presenza di condizioni acustiche alterate. Nel corso della ricerca gli esperti hanno monitorato, tramite un elettroencefalogramma, l'attività cerebrale di 38 persone (metà giovani e metà anziane). Ai partecipanti è stato chiesto di ascoltare due numeri e di indicare se il secondo fosse superiore o inferiore al primo, in presenza di rumori di fondo. Nel frattempo, i ricercatori hanno manipolato la qualità acustica del segnale vocale, rimuovendo determinate frequenze. Al termine dell'esperimento, è emerso che le onde cerebrali alfa risultavano coinvolte nel processo di comprensione delle parole: maggiore era la loro attivazione, più grande era lo sforzo di chi ascoltava per capirne il senso. "La modulazione delle onde alfa - spiega Malte Wöstmann -, influenza la comprensione del discorso”. |
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